
Non ci sono ovviamente novità nella confezione di questo smartphone. Troviamo all’interno solo il cavo USB-C/USB-C. L’intera confezione è realizzata interamente in cartone riciclabile.
Google Pixel 10 Pro XL è prima di tutto riconoscibilmente uno smartphone Google. Questo perché l’azienda è riuscita a creare un suo linguaggio di design chiaro e distintivo. Il formato è ovviamente “grande” nella variante XL e questo ha ripercussioni indubbiamente anche sull’usabilità nel quotidiano. Lo smartphone infatti pesa ben 232 grammi ed è spesso 8,5 millimetri, non proprio un peso piuma, neanche considerando le proporzioni. È però rifinito bene ed è bello anche il contrasto fra il profilo lucido e il retro in vetro Gorilla Glass Victus 2 opaco. Lo smartphone resiste poi sempre ad acqua e polvere secondo lo standard IP68.
La più grande novità nella scheda tecnica di questo smartphone è sicuramente nel processore che è ora aggiornato al nuovo Tensor G5 di Google, realizzalo da TSMC per l’azienda. Come già detto nella recensione di Pixel 10 si tratta di un ottimo valido processore, con sensibili passi in avanti in termini di prestazioni sotto (quasi) ogni fronte. Nonostante questo però arriva alle prestazioni di un medio-alta gamma di Qualcomm, ma non ai prodotti top e premium del suo principale concorrente. Considerando che sull’AI, che è il comparto su cui più stanno lavorando tutte le aziende produttrici di SoC questo Pixel funziona meglio di molti concorrenti si potrebbe chiudere qui il capitolo, ma non sarebbe corretto.
Se da un lato è vero che le più grandi differenze fra un SoC Tensor e uno Qualcomm è nei benchmark, ovvero nei numeri nudi e crudi che si possono ottenere da software pensati per spremere le prestazioni degli smartphone, dall’altro ci sono delle “ripercussioni” anche nel quotidiano, seppur magari non di tutti. Di sicuro nel quotidiano di chi utilizza lo smartphone per giocare, dove la GPU PowerVR DXT-38-1536 è palesemente indietro rispetto ai concorrenti e allo stato attuale, probabilmente per assenza di corretti driver da sfruttare, offre prestazioni addirittura peggiori di Pixel 9. Se gli smartphone Pixel non sono mai stati smartphone consigliati per chi gioca molto per gli smartphone quest’anno ancor di più per gli utenti più gamer potrebbe aver senso attendere.
Abbiamo comunque ben 16 GB di RAM LPDDR5X e finalmente solo memorie UFS 4.0, visto che si parte dal taglio di memoria da 256 GB (c’è poi 512 GB e 1 TB), non espandibili. Abbiamo un’ottima connettività: 5G, Wi-Fi 7, Bluetooth 6.0, supporto Thread, supporto Ultrawideband e uscita video tramite USB-C 3.2. Questo comparto di connettività veramente premium è arricchito anche dalla connettività satellitare, che per la prima volta permette anche lo scambio dati, di fatto permettendo di usare anche app come Maps o WhatsApp in caso di emergenza o in situazioni particolarmente estreme. Purtroppo nessuno offre questo servizio fuori dagli USA.
C’è il supporto eSIM, ma attenzione che lo slot per la nanoSIM “classica” è soltanto uno. Lo sblocco con l’impronta è garantito da un buon lettore di impronte digitali ultrasonico frontale, il cui funzionamento sembra più reattivo rispetto al passato. Buono anche l’audio stereo, che non raggiunge i livelli di alcuni competitor, ma sicuramente è migliorato e degno di un top.
Le novità nel comparto fotografico non sono molte, quantomeno dal punto di vista hardware. Abbiamo un setup praticamente identico: 50 megapixel ƒ/1.7 la principale, così come abbiamo una 48 megapixel ƒ/2.8 con rapporto di zoom 5x e una 48 megapixel ƒ/1.7 grandangolare. Il tutto supportato poi da una 42 megapixel ƒ/2.2 frontale.
Se dobbiamo fare un “ragionamento” più alto queste fotocamere sono fra le migliora che possiate provare su di uno smartphone. La resa è ottima da praticamente ogni sensore e in quasi ogni situazione di luce. Ottimo il bilanciamento del bianco e il bilanciamento del colore fra i vari sensori. Molto buona anche la parte video, ancora migliorata rispetto al passato, con registrazione video in 4K a 60fps. Quello che convince meno sono alcune cose a contorno di questo kit fotografico. Manca ancora un’ottima integrazione con app di terze parte (nonostante i proclami) e ancora oggi ci sembra che Video Boost non sia quella svolta nella registrazione video che Google ci ha raccontato qualche anno fa. Il sistema di upload sul cloud e di elaborazione è sicuramente un po’ farraginoso per l’utente medio che vorrebbe il video “fatto e finito” all’istante, ma è comprensibile. Peccato che i filmati in 8K si possano ottenere solo in questo modo. Quello che ci è mancato è il vero salto in avanti in termini di qualità di questi filmati (anzi a volte anche con qualche glitch). Essendo una funzione di editing in cloud però può sicuramente migliorare senza bisogno di aggiornamenti sul telefono.
Molto interessanti le funzionalità di AI integrate nella fotocamera. Abbiamo apprezzato camera coach che ci guiderà nel realizzare una foto migliore, studiando la scena e suggerendoci come inquadrare o che impostazioni selezionare per avere lo scatto perfetto. Abbiamo poi un nuovo auto best take che scatta in automatico più foto quando si tratta di una foto di gruppo, andando poi a scegliere lo scatto migliore, oppure “costruendolo” con i visi dei partecipanti. Manca la funzione di editing conversazionale, ma con l’ultimo aggiornamento di Gemini potete ovviare chiedendo all’assistente vocale di fare le modifiche che desideravate alle immagini.
Pixel Pro XL è poi dotato anche di super res zoom 100x che permette di ottenere immagini più nitide con scatti oltre il 30x. Il risultato è incredibile perché ricostruisce immagini con livelli di zoom impressionanti rendendole nitide, senza però aver mai davvero fatto quella foto. Non funziona sui volti ed è approssimativo sulle scritte (proprio perché non sa cosa c’è scritto) ma funziona incredibilmente bene su paesaggi ed edifici. Ricordiamo poi infine che questa è la prima generazione di smartphone che integra codec AV1 per la registrazione di video, andando a ridurre sensibilmente lo spazio necessario per il salvataggio.
Lo schermo di questo Google Pixel 10 Pro XL è un enorme 6,8 pollici con risoluzione di 1.344 x 2.992 pixel e realizzato in tecnologia AMOLED. Questo display ha una fluidità variabile fra 1 e 120 Hz. Questa caratteristica dei pannelli LTPO permette non solo di avere uno schermo fluido quando serve, ma anche consumi molto ridotti quando lo schermo non è “impegnato”. Questo gli permette anche di avere la funzionalità di always-on display a colori. Lo schermo ha poi una luminosità massima più alta rispetto al passato (3.300 nit). Peccato solo per l’assenza di una pellicola preapplicata.
Ovviamente lo smartphone integra all’interno Android 16 e come ogni smartphone Google lanciato negli ultimi anni, anche lui riceverà ben 7 nuove versioni di Android e 7 anni di patch di sicurezza. Questo è sicuramente uno dei pregi più grandi per chi acquista un Pixel. In questa specifica versione debutta poi anche “nativamente” la nuova Material 3 Expressive che continua nella strada di creare un’esperienza visivia e “tattile” coerente e riconoscibilmente Google. Tra le funzionalità che vogliamo mettere in rilievo c’è sicuramente la traduzione della chiamata (che mantiene la voce di chi vi chiama a grandi linee con la stessa intonazione) e le modalità, ovvero la versione evoluta dei profili dei Nokia o del non disturbare Apple, permettendovi di creare profili diversi di non disturbare in base al momento.
Peccato per l’assenza di alcune funzionalità innovative presentate al lancio degli smartphone, come Magic Cue o il già citato Conversational Edit. Non sono poi ad oggi neanche arrivate le app Pixel Studio e Pixel Screenshot dallo scorso anno. E questo non è propriamente un buon segnale. Ovviamente presenti tutte le novità di Gemini (che di fatto sono disponibili anche sugli altri smartphone).
La batteria di questo smartphone ha una capacità di 5.200 mAh che gli garantisce una buona autonomia. Al netto di consumi un po’ più alti della media durante le sessioni di gioco, l’autonomia sembra comportarsi meglio rispetto al passato, a dimostrazione di come siamo comunque stati fatti di passi in avanti con l’hardware di questo dispositivo. È abbastanza facile arrivare a fine giornata con una singola ricarica, anche grazie al supporto alla ricarica a 45W che non sarà quella ultra di alcuni produttori cinesi ma è comunque molto buona. Abbiamo anche il supporto Qi2.2, per la prima volta nel mondo Android. Questa garantisce non solo la ricarica wireless e l’aggancio magnetico ma anche una velocità di 25W che è ottima se consideriamo che è Qi2 è uno standard ormai molto diffuso (meno Qi2.2, ma ci stiamo arrivando velocemente).
Google Pixel 10 Pro XL viene venduto a 1.299€ che lo stesso prezzo dello scorso anno (a parità di memoria interna). Si tratta tutto sommato di un prezzo giusto se pensiamo a cosa offrono i concorrenti o al prezzo di un Pixel 10 da 256 GB (che però ha varie mancanze rispetto a questo modello). Certo è una cifra non popolare, ma è possibile ottenere ingenti sconti grazie alla promo del trade-in Google con un extra sconto di 250€.
Il sample per questa recensione è stato fornito da Google, che non ha avuto un’anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico. Potete leggere maggiori informazioni su come testiamo e recensiamo dispositivi su SmartWorld a questo link.
L’articolo Recensione Google Pixel 10 Pro XL: la punta di diamante di Google sembra essere il primo su Smartworld.